domenica 22 gennaio 2012

Karate




«( ...) proprio come uno specchio che riflette le immagini senza distorsioni.
come in una tranquilla vallata che rimanda l'eco, così uno studente di
karate deve purgare se stesso da pensieri egoisti e malvagi poiché 
solamente con una mente ed una coscienza chiara e limpida (vuota) 
egli potrà capire ciò che sta ricevendo...la forma fondamentale 
dell’universo è vuoto (kara) e quindi il vuoto è esso stesso forma  (...)»
(Gichin Funakoshi)

Il karate è un’antica arte marziale atta alla difesa delle persone originaria dell’isola giapponese di Okinawa e trae origine dall’unione di due scuole correnti marziali: il te autoctono e il kenpo cinese e prevede la difesa a mani nude, senza l’ausilio di armi, anche se la pratica del kobudo di Okinawa che prevede l’ausilio delle armi tradizionali, è strettamente collegata alla pratica del karate.
Attualmente viene praticato in versione sportiva (privato delle sua componente marziale e finalizzata ai risultati competitivi tipici dell’agonismo occidentale) e in versione arte marziale tradizionale per difesa personale. Nel passato, era studiato e praticato solo da uomini, ma col passare dei secoli anche le donne si sono avvicinate a questa disciplina.
Nato come arte marziale che insegna il combattimento e l’autodifesa, con il tempo il karate si è trasformato in filosofia di vita, in impegno costante di ricerca del proprio equilibrio, in insegnamento a “combattere senza combattere”, a diventare forti modellando il carattere, guadagnando consapevolezza e gusto nella vita, imparando la capacità di sorridere nelle avversità e di lavorare con determinazione e nel rispetto degli altri. Solo quando questo insegnamento verrà compreso appieno, sostengono i suoi estimatori, l’allievo potrà essere veramente libero e realizzato.

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