«( ...) proprio come uno specchio che riflette le immagini senza distorsioni.
come in una tranquilla vallata che rimanda l'eco, così uno studente di
karate deve purgare se stesso da pensieri egoisti e malvagi poiché
solamente con una mente ed una coscienza chiara e limpida (vuota)
egli potrà capire ciò che sta ricevendo...la forma fondamentale
dell’universo è vuoto (kara) e quindi il vuoto è esso stesso forma (...)»
(Gichin Funakoshi)
Il karate è un’antica arte marziale atta alla difesa delle persone originaria dell’isola giapponese di Okinawa e trae origine dall’unione di due scuole correnti marziali: il te autoctono e il kenpo cinese e prevede la difesa a mani nude, senza l’ausilio di armi, anche se la pratica del kobudo di Okinawa che prevede l’ausilio delle armi tradizionali, è strettamente collegata alla pratica del karate.
Attualmente viene praticato in versione sportiva (privato delle sua componente marziale e finalizzata ai risultati competitivi tipici dell’agonismo occidentale) e in versione arte marziale tradizionale per difesa personale. Nel passato, era studiato e praticato solo da uomini, ma col passare dei secoli anche le donne si sono avvicinate a questa disciplina.
Nato come arte marziale che insegna il combattimento e l’autodifesa, con il tempo il karate si è trasformato in filosofia di vita, in impegno costante di ricerca del proprio equilibrio, in insegnamento a “combattere senza combattere”, a diventare forti modellando il carattere, guadagnando consapevolezza e gusto nella vita, imparando la capacità di sorridere nelle avversità e di lavorare con determinazione e nel rispetto degli altri. Solo quando questo insegnamento verrà compreso appieno, sostengono i suoi estimatori, l’allievo potrà essere veramente libero e realizzato.
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